Chiese & Monumenti
Santa Maria Degli Angeli
La chiesa parrocchiale o “chiesa madre”, come viene chia- mata comunemente dalla gente, ha origini remote e questo è testimoniato anche dalla presenza di un battistero in pietra a forma ottagonale nella parte superiore e con otto stemmi in rilievo per ogni spigolo di epoca medioevale. Studi di araldica in futuro decifreranno meglio gli stemmi che risalgono alla fine del 1200 inizio del 1300. Le bolle episcopali del 1500 ne danno menzione chiaman- dola “chiesa arcipretale S. Maria degli Angeli". I registri parroc- chiali
Leggi Tutto...
Santa Margherita
È situata in località Parco a circa tre chilometri dal centro abitato e la si può raggiungere con comodità, per mezzo della strada asfaltata, anche dalla Bifernina. Le origini della piccola chiesa sono remote e alcune pie- tre, trovate in passato e ora sepolte, fanno ipotizzare, in quel posto, l'esistenza di un tempietto di epoca pagana. Come chiesa esisteva già prima del 1500 e a fianco vi era un romitorio in cui viveva un eremita che ne curava la manu- tenzione. Sopra un embrice è stata trovata impressa la
Leggi Tutto...
Chiesa San Nicola
Sorge in mezzo ad una piccola radura a circa due chilo- metri ad Ovest dell'abitato di Collc d'Anchise ed è collegata con il paese da una strada rotabile che è la continuazione di via Campo di Maggio e che porta fino a Spincte. È servita da corrente elettrica. Sulla facciata anteriore c'è la porta d'in- gresso. In alto, ad un metro circa dalla porta, c'è una piccola nicchia contenente la statua di San Nicola alta circa mezzo metro. Sovrasta la facciata il Campanile a piramide con in cima una
Leggi Tutto...
Chiesa San Sisto
Dalla pizizza Europa è raggiungibile percorrendo via S. Si- sto. La sua esistenza è documentata da bolle episcopali del 1500. Nel 1628 fu visitata dal vescovo e nellannotazione della visita si legge che: dove attualmente c'è la chiesa 1m zenzpo vi era il nzonastero dei religiosi donzenicani". Con l'andare del tempo i religiosi abbandonarono il monastero di cui nel 1628 non restavano che alcuni ruderi. La chiesa aveva tre altari sot- to il titolo di San Sisto, Madonna del Santissimo Rosario e del Santissimo nome di Dio. Era posta extra menia, cioè fuori le
Leggi Tutto...
La Chiesa di S. Margherita
È situata in località Parco a circa tre chilometri dal centro
abitato e la si può raggiungere con comodità, per mezzo della
strada asfaltata, anche dalla Bifernina.
Le origini della piccola chiesa sono remote e alcune pie-
tre, trovate in passato e ora sepolte, fanno ipotizzare, in quel
posto, l'esistenza di un tempietto di epoca pagana.
Come chiesa esisteva già prima del 1500 e a fianco vi era
un romitorio in cui viveva un eremita che ne curava la manu-
tenzione.
Sopra un embrice è stata trovata impressa la data del
1720, anno in cui fu restaurata. È riportata disegnata su una
cartina in pergamena dell'agrimensore Nicolò Pascale di Ca-
salciprano del 1737.
Essendo nel 1893 in stato di deperimento, si costituì un
comitato per edificare una nuova cappella a croce greca.
Nel 1898 della nuova cappella furono portati a termine
solamente i muri e il tetto. Il tetto della nuova
cappella, lasciato in completo abbandono, crollò nel 1920. Si
procedette allora agli indispensabili ritocchi e riparazione
dell'antica chiesa. Nel 1927, la statua di Santa Margherita in
legno, bellissima, venne fatta restaurare sul posto da un bravo
artista.
Nel 1937 il materiale ricavato dalla cappella che pochi
anni prima era crollata fu venduto da Mons. Antonio Di Petta
che vendette anche l'oro di tutte le chiese di Colle d'Anchise
con il permesso dell'Ordinario Diocesano ed il ricavato fu im-
piegato per i grandi restauri della chiesa arcipretale di Santa
Maria degli Angeli.
Visitando oggi la chiesetta
Dalla Bifernina, dopo due chilometri di strada rotabile, si
raggiunge la chiesetta di Santa Margherita. Si entra in una ra-
dura circondata da folti alberi di querce, in fondo si staglia la
bianca cappella. Il frontale è costituito da quattro pilastri co-
struiti con blocchi di pietra rettangolari, lavorati a punta di
scalpello. I pilastri sono intercalati da una striscia di intonaco
bianco. Al centro spicca la porta d'entrata in lcgno di color
marrone incorniciata da pilastrini di pietra lavorata. Sulla
porta c'è un grosso triangolo formato da listclli di pietra lcvi-
gata. All'altezza del tctto i due pilastri esterni terminano con
un cono, sempre in pictra lavorata, in cima al quale c'è una
palla. I due pilastri interni, invece, sorreggono due lastre di
pietra disposte a triangolo al cui vertice c'è una croce in ferro.
Nella parte posteriore c'è il campanile con due piccole e belle
campane. L'intonaco e dcteriorato. Nessuna data è incisa sui
muri.
S Maria degli angeli
La chiesa parrocchiale o “chiesa madre”, come viene chia-
mata comunemente dalla gente, ha origini remote e questo è
testimoniato anche dalla presenza di un battistero in pietra a
forma ottagonale nella parte superiore e con otto stemmi in
rilievo per ogni spigolo di epoca medioevale. Studi di araldica
in futuro decifreranno meglio gli stemmi che risalgono alla
fine del 1200 inizio del 1300.
Le bolle episcopali del 1500 ne danno menzione chiaman-
dola “chiesa arcipretale S. Maria degli Angeli". I registri parroc-
chiali dei battezzati, cresimati, dei morti ne parlano a partire
dal1 603.
La chiesa, da quello che si apprende dai registri parroc-
chiali dei morti del 1700, oltre a servire per le celebrazioni li-
turgiche, accoglieva nella cripta e nel suo interno le sepolture
dei morti.
Altre testimonianze che abbiamo sulla chiesa, prima del
terremoto del 1805, sono date dagli altari collocati in fondo
alle due navate laterali. A quello di destra vi è inciso nel mar-
mo ad entrambi i lati lo stemma della famiglia principesca Di
Costanzo, segno che quella cappella era di diritto patronale. A
quello di sinistra vi è il bellissimo altare in marmo con il bas-
sorilievo della Madonna del S. Rosario con incisa la data A.D.
1752.
Lo stato della chiesa era buono fino al 1805 quando, con il
terremoto, fu abbattuta totalmente al punto che fu necessario
fare un nuovo progetto e iniziare una impresa non facile per
la ricostruzione.
Il progetto, superbo per la maestosità e l'imponenza, fu
affidato all'architetto Presutti Vincenzo. La facciata esterna fu
progettata in ordine ionico, la disposizione interna in ordine
corinzio. Nell'insieme la chiesa ebbe un buon assetto architet-
tonico a tre navate: la navata centrale alta 20 metri e lunga 27,
le navate laterali lunghe 20 metri ciascuna; l'area totale inter-
na risultava di 540 metri quadrati.
Il tempo per riedificare e ampliare la chiesa durò alcuni
anni e le spese furono enormi. Da un documento di archivio
datato 26 marzo 1814 risulta che, Gioacchino Napoleone re
delle due Sicilie, autorizzo il Comune di Colle d'Anchise a ven-
dere all'asta un fondaco e una casa appartenente al comune e
a dare il ricavato per il restauro della chiesa. Il parroco pre-
ventivo una spesa che ammontava a dieci, dodicimila ducati.
Per reperire le somme da utilizzare a tale scopo rinunciò al-
l'onorario di maestro di scuola e allo stipendio annesso al
budget del predicatore per la quaresima che lui sostituì. La
somma che verso ammontava a SO ducati. Furono scavate la
maggior parte delle tombe che vi erano e le ossa furono por-
tate in una fossa comune non distante dalla chiesa.
Nel 1829 la chiesa non era ancora completata. I lavori di
rifinitura degli stucchi furono affidati alla ditta Vincenzo Co-
stanzo di Frosolone. Il tempo occorso per il restauro della
chiesa era inciso su una lapide che era dove ora c'e l'affresco
dell'ascensione. Vi era il nome del parroco del tempo, don
Giovanni Spina, e sottolineata la grande partecipazione dei fe-
deli per le offerte date.
Cappella di San Nicola
Sorge in mezzo ad una piccola radura a circa due chilo-
metri ad Ovest dell'abitato di Collc d'Anchise ed è collegata
con il paese da una strada rotabile che è la continuazione di
via Campo di Maggio e che porta fino a Spincte. È servita da
corrente elettrica. Sulla facciata anteriore c'è la porta d'in-
gresso. In alto, ad un metro circa dalla porta, c'è una piccola
nicchia contenente la statua di San Nicola alta circa mezzo
metro. Sovrasta la facciata il Campanile a piramide con in
cima una croce di ferro. Sotto di essa c'è la campana, che nel
giorno in cui si festeggia S. Nicola, l'ultima domenica di mag-
gio, inonda del suono lc valli circostanti.
All'interno vi ò la nicchia con la statua di San Nicola.
Come immensi occhi, due [ari elettrici dalla sommità de-
gli spigoli laterali superiori della facciata, illuminano il sagra-
to della chiesetta durante la notte. A circa 100 metri dalla
chiesa vi è un traliccio elettrico per l’alta tensione. Intorno
alla chiesa dalla parte della strada e stato realizzato un muro
di sostegno in pietra e la chiesa, per tutto il perimetro è cir-
condata da una staccionata di legno. Spazzata dai venti inver-
nali, frustata dalla grandine e dalla pioggia, riarsa dal sole esti-
vo, solitaria, circondata da boschi di querce, la chiesetta domi-
na la valle.
Sulla parte sinistra del sagrato c'e una colonnina con in
cima una croce di marmo. Sul frontespizio della colonnina
sono incise le parole: “A.D.V. di Angelo Di Pezza fa Michele dal
Canada, 1967".
Le chiese che vi erano un tempo
Da documenti, carte demaniali risulta che Colle d'Anchi-
se, nel passato, aveva oltre quelle citate, altre chiese.
La chiesa di S. Crescenzo
Essa risaliva al 1360 e Yagrimensore Nicolò Pascale la ri-
portò sulla cartina del 1737. Vi era una strada che dal castello
(palazzo) la raggiungeva. Era in località dove attualmente c'è
la V18. S. Crescenzo. Oltre queste testimonianze di essa non c‘:
rimasto nulla.
La chiesa di San. Giovanni
Essa si trovava in località Colle San Giovanni al confine
con Spinete. Crollata nel corso del tempo, nel secolo scorso vi
rimanevano solo alcuni ruderi.
La chiesa di San Rocco
Era in una zona rurale ed alla fine del 1600 fu ristruttura-
ta. Di essa non è rimasta traccia.
La chiesa di San Nicola
Questa si trovava dentro le mura in prossimità del castel-
lo (palazzo). Di essa si trova il portale ed una pietra che, al-
l’epoca, fu venduta, e che attualmente è incastonata in una
casa in contrada Macchia.
Chiesa di San Sisto
Dalla pizizza Europa è raggiungibile percorrendo via S. Si-
sto.
La sua esistenza è documentata da bolle episcopali del
1500. Nel 1628 fu visitata dal vescovo e nellannotazione della
visita si legge che: dove attualmente c'è la chiesa 1m zenzpo vi
era il nzonastero dei religiosi donzenicani". Con l'andare del
tempo i religiosi abbandonarono il monastero di cui nel 1628
non restavano che alcuni ruderi. La chiesa aveva tre altari sot-
to il titolo di San Sisto, Madonna del Santissimo Rosario e del
Santissimo nome di Dio. Era posta extra menia, cioè fuori le
mura del castello.
Dalla visita pastorale del 1697 si apprende che oltre all'al-
tare Inaggiore aveva l'altare di San Gaetano che Fu fatto erige-
re dallîllustrissimo principe Alessandro Di Costanzo e l'altare
di San Nicola che fu eretto da don Francesco Costanzo.
Del 1701 è lacquasantiera in pietra nella cui parte conca-
va vi è scolpito un pesce. È sorretta da una colonna con base
su cui e incisa la data “1701" e la scritta “Domenico Furiano in
devotionem fecit".
Dalla cartina dell'Agrimensore Nicolò Palmieri di Casalci-
prano del 1737 risulta che vi era la chiesa e intorno un gruppo
di case con la scritta “borgo S. Sisto”.
La chiesa fu nel passato proprietà dei diversi duchi, della
famiglia Tomacello e poi del duca del luogo Della Torre Nico-
lò Filomarino.
Dopo il terremoto del 1805, avendo subito la chiesa par-
rocchiale enormi danni da non poter essere utilizzata, fu usata
per tenervi il Santissimo Sacramento e per le celebrazioni.
Nel 1859 divenne sede della locale confraternita del Pur-
gatorio che ne curava la manutenzione e in seguito, nel 1943,
della confraternita della Madonna del Carmine.
Accoglie le reliquie di San Sisto II papa e filosofo atenie-
se, ed una statua del medesimo scolpita dal Colombo nel
XVIII secolo, artista che scolpì la statua di S. Bartolomeo pa-
trono della diocesi che si trova nella cattedrale di Bojano. Nel
1942 aveva il soffitto in legno ed era carente nelle strutture.
Le truppe alleate (canadesi, scozzesi, irlandesi, inglesi e polac-
che) durante il passaggio e la sosta in Colle d'Anchise dal
23-10-1943 al 30-5-1944 asportarono dalla chiesa di San Sisto
oggetti sacri per un valore di lire 1.973.700. Il 28 dicembre del
1950 il parroco don Gaetano Di Rienzo chiedeva un indenniz-
zo della somma sopracitata. Nel 1956, con il concorso della ge-
nerosità del popolo, fece restaurare il soffitto, il pavimento e
l'altare. Un altro restauro fu fatto nel 1986 con tinteggiatura
interna ed esterna.
La chiesa consta di una sola navata in fondo alla quale vi
è l'altare in marmo offerto dai fedeli nel 1889 dietro al quale
in tre nicchie, in alto, sono disposte le statue del santo protet-
tore, San Sisto, della Vergine del Carmine, dell'Addolorata, di
San Giovanni Battista ed il quadro della Madonna di Pompei.
La chiesa e lunga 15 metri e larga 6,70 m., è alta 8 m. Sul cam-
panile vi sono tre campane.
La chiesa è stata restaurata negli ultimi anni per interes-
samento del parroco don Alessandro De Spagnolis e con le of-
ferte del popolo raccolte da un comitato, il restante debito è
stato pagato da un devoto. Con l'ultimo restauro e stato fatto
il pavimento in cotto con artistico mosaico, la pittura interna,
la scala in ferro per accedere dove c'era Forgano, l'altare in
solido vetro rrvolto verso il popolo, acquistato un nuovo orga-
no elettronico, sulle pareti laterali sono state collocate due
preziose ed artistiche tele mt. 1x2 realizzate da Amedeo Trivi-
sonno nel 1991. Sulla tela di destra vi è raffigurata l'Immacolata
Concezione con il pianeta terra sotto i piedi e in atteggia-
mento di schiacciare la testa al serpente contornata da puttini
e da due angeli posti uno a destra con il giglio e l'altro a sini-
stra con la rosa. Sul capo la Madonna ha la corona di dodici
stclle e su tutto vi è la colomba simbolo dello Spirito Santo. I
colori sono forti e marcati. Sulla tela di sinistra è raffigurata la
manifestazione di Dio ad Abramo al querceto di Mamre. Abra-
mo ò allîngresso della tenda in ginocchio con la faccia rivolta
a terra di fronte a tre figure di uomini (la Trinità). I colori
sono forti, caldi e pieni di luce. La chiesa è arredata con ban-
chi e ben illuminata dopo il restauro. Il 21 agosto 1991 fu
grande festa in occasione della riapertura dopo i lavori di re-
stauro. Sulla facciata raffigurata la Madonna del Carmelo su
maioliche colpisce anche le persone che passano distratte.